Signorotti di Rutilia

-Biscotti con ingrediente principale la farina di grano Saraceno

“RUTILIA”  era la bellissima figlia di un Califfo orientale,presente fra gli Arabi che passarono negli antichi sentieri ,ancora oggi rintracciabili,attraverso la regione storica di “Candia” che si trovava nei pressi dei confini degli attuali comuni di Priola e Bagnasco, lungo il “Rio dei Saraceni”nei pressi della piccola cascata e di un’ antica torre,fra boschi,prati e pietraie.

Alcuni Arabi, decisero di stanziare in questi luoghi anche per lunghi periodi usando questi luoghi come postazioni per il commercio.

Venendo da gruppi irregolari,vennero piuttosto nominati “SARACENI”.(da qui la farina di Grano Saraceno)

Data la presenza dei resti di un acquedotto a Candia,di mulini per la canapa, di un vascone scolpito a Bagnasco e il ritrovamento di alcuni pugnali..,da qui si rievoca la storia della Califfa Saracena “RUTILIA”.

Bellissima,dai tratti orientali…capelli lunghi e corvini..

Si trovava in un gruppo di Saraceni,si dice per una passione giovanile.

Inesperta delle difficoltà ed avversità della vita,questa bellissima fanciulla,che viveva nella torre di Santa Giulitta…. ogni giorno usava fare un bagno rinfrescante proprio nel laghetto,sotto appunto, la piccola cascata della Saracena.

La cascata abbraccia la lucida roccia calcarea,chiusa nel folto sottobosco,offriva alla fanciulla riparo da occhi curiosi.

Si narra,che per un caso imprevisto,nel corso di una battutta di caccia,il signorotto che viveva nel castello sopra la frazione di Mursecco, ( Castello Superiore o della Torraca) la vide nel laghetto e all’improvviso si accese passione ed amore.

Voleva scappare da quell’arida ed angustia torre, e Rutilia per nulla infastidita, non si scompose rispose all’invito, per diventare sposa del Signorotto.

I Saraceni meditarono subito aspra vendetta,assalendo audacemente il Castello della Torraca, portandosi appresso la bella Califfa che li aveva abbandonati e traditi.

Percorrendo i sentieri da Pianchiosso seguendo il ruscello che portava al “Lago della Saracena” (così chiamato oggi)….

Fecero inginocchiare RUTILIA accanto al piccolo lago,con il viso su un masso di pietra squadrato,

e con una scimitarra lucente la spiccarono la testa,lasciando il suo corpo carico di monili affondare nel laghetto.

Così morì RUTILIA, giovane ragazza Saracena, di una bellezza disarmante, la Califfa che rapì il cuore e la mente del Signorotto dei Careffi.( attuale nome del gruppo di case fra Priola e Fraz.Mursecco che significa in onore della bella Califfa: “borgo amico della bellezza”,tradotto dal notaio Pansa il 12-9-1942)

Pochi anni dopo,prima ancora dell’anno 1000, e del sorgere del Castello dei Marchesi Pallavicino di Ceva,i Saraceni lasciarono queste terre in riva al fiume Tanaro.

In ogni storia, c’è qualcosa di prezioso e raro, degno di essere ricordato.

Ed ogni ricordo racchiude in se’ …sempre qualcosa di vero.

Emanuele Giugale

Ringrazio la Biblioteca civica-museo-pinacoteca di Garessio,

per avermi lasciato fotocopiare il libro N° 1135,

Persi Frèid

“PERSI FRèID®”

….da dove arriva il “PERSI FRèID” ?

E’ l’evoluzione della ricetta del persi pien,la mia rivisitazione del dolce piemontese ormai diffuso in tutta Italia con qualche golosa variazione,…semifreddo italiano alla polpa di pesca,bisquit glacè al cacao,geleè, croccante all’amaretto per renderla fresca, ideale come dessert di fine pasto o per un momento di dolce e fresca evasione nel pomeriggio!

ORA…

Uhmm…Sono nato in campagna,in Alta Langa…sulle colline..beh!

…(760 m slm.) quasi montagne sul confine fra Piemonte e Liguria.

Avevamo una piccola vigna,si raccoglieva l’uva per il consumo familiare…e si faceva il vino,tra l’altro quando raggiungeva i 10°, facevamo festa!

Attorno alla piccola vigna,come nella maggior parte dei vigneti di Langa,c’era un pozzo

e alberi di pesche..come diceva nonno.-servaie-.(selvatiche).

Ecco le mie pesche preferite!

Piccole,buccia vellutata gialla,con riflessi rosso-verdolini…attorno al nòcciolo, striature di polpa rossa!

E mia mamma…come tradizione voleva,preparava i “persi pien”.

Avevo 8 anni,quando aiutavo mio nonno in quella piccola vigna,e raccoglievo le pesche da portare a mamma,che dopo averle preparate le cuoceva in forno.

–E volevo mangiarle subito!

–Ma sono bollenti!

–E fuori fa’ caldo!

–Ma perchè,…mamma non metti un po’ di ruhm?-.

–Sei troppo piccolo…il rum fa 40° !-.

E con aria scocciata, continuavo a lamentarmi perchè erano bollenti, fumanti… appena uscite da forno..

-.Ma allora!-. Borbottavo…

Ma quali sono le origini di questa ricetta?

È difficile dire quanto e chi ha deciso di scavare le pesche locali e farcirle con un delizioso mix di amaretti, mandorle e cacao.

Di certo la tradizione dolciaria piemontese è antica, con tradizioni che si tramandano e si evolvono fin dall’Alto Medioevo.

Nel Rinascimento è lontano da merletti e argenteria che è nata la ricetta delle pesche ripiene.

È nelle campagne che si è sviluppata pian piano questa tradizione, tramandata di madre in figlio.

Il persi pien, come viene chiamato in dialetto,

le pesche erano preparate dalla nonna o dalla mamma,

portate ai grandi pranzi in famiglia nelle vigne e negli orti.

Questo dolce faceva parte anche di quella che è chiamata la “merenda sinoira”,

altra tradizione piemontese legata al lavoro nei campi,

diffusa soprattutto nelle famiglie contadine.

Le giornate di lavoro in campagna erano lunghe e faticose, soprattutto con la bella stagione,

(tra fine marzo e fine settembre) quando le cose da fare erano tante

e le ore di luce più lunghe.

Il libro Nonna Genia, di Beppe Lodi e i Gastronomi Alda Boni,Pellegrino Artusi,parlano di questo dolce piemontese,a volte discordando in dettagli e particolari riguardo ingredienti e preparazione.

Il “PERSI FRèID®”, il mio fresco dolce per ricordare i miei sogni di bambino!

Emanuele Giugale

Acqua San Bernardo celebra Cuneo in una “limited edition” per l’Illuminata

Acqua San Bernardo celebra Cuneo in una “limited edition” per l’Illuminata

ECONOMIA | 12 luglio 2019, 16:05

Al progetto ha anche partecipato il gruppo di ristorazione Il Girasole presente oggi in sala d’onore a Cuneo con il titolare Danilo Dalmasso. Nei self service dell’Auchan, a Borgo Mercato, Big Store e allo Sport Club della Michelin si potrà trovare la bottiglia in edizione limitata.

Acqua S.Bernardo presenta la Limited Edition 2019 della bottiglia mezzolitro Pet Premium, ispirata alle famose Gocce di Giorgetto Giugiaro. Dopo gli omaggi a Milano e al Golfo del Tigullio, Acqua S.Bernardo svela l’iconica serie Limited Edition dedicata alla città di Cuneo. Al progetto ha anche partecipato il gruppo di ristorazione Il Girasole presente oggi in sala d’onore a Cuneo con il titolare Danilo Dalmasso. Nei self service dell’Auchan, a Borgo Mercato, Big Store e allo Sport Club della Michelin si potrà trovare la bottiglia in edizione limitata.

“Cuneo è la città capoluogo della Provincia Granda, la terra delle nostre sorgenti, sulle Alpi Marittime. Abbiamo avviato il progetto Limited Edition come omaggio innovativo e artistico alla Penisola tricolore. Oggi siamo orgogliosi di celebrare la città a cui siamo più vicini e legati da sempre – dice Antonio Biella, direttore generale del gruppo Acqua S.Bernardo – Abbiamo scelto di farlo in un momento particolare per Cuneo, ovvero in occasione di Illuminata, evento di luce, colori, musica, stupore, arte, solidarietà, cultura, condivisione, riscoperta, spiritualità e accoglienza, in programma dal 12 al 21 luglio, che ci vede tra i sostenitori anche quest’anno”.

Riproduci video

VIDEO DI DANIELE CAPONNETTO

Per “vestire” la mezzolitro Pet Premium Limited Edition Cuneo, Acqua S.Bernardo si è affidata anche questa volta alla matita di un giovane designer, Giovanni Gastaldi.

Nato a Torino 24 anni fa, Gastaldi ha studiato all’Istituto Europeo del Design sotto la Mole e collabora con Mybosswa, Scuola Holden e dieci04. Oltre alla passione per l’arte, ama la musica, suona la chitarra, leggere e guardare film. Ha già collaborato con S.Bernardo e altri importanti brand non solo del food, come Eataly, Barilla, Venchi, Treccani, La Stampa e Salone Internazionale del libro Torino. Ha ricevuto riconoscimenti come il premio illustrazione sociale “Illustraction” nel 2018, il premio Italianism 2017 e Skopye Poster 2015.

Gastaldi, nella sua tavola, che avvolge la serie di “Gocce” Pet Premium Limited Edition Cuneo, racconta Cuneo attraverso colorati scorci della città e bellezze naturali, la statua di Giuseppe Barbaroux, conte e avvocato giureconsulto, che campeggia in piazza Galimberti, il treno storico a vapore che collega Cuneo alla Francia e alla Liguria e, sullo sfondo, i fiori e le alte montagne della Provincia Granda, note in tutto il mondo.

Dedicata al segmento Horeca, la Premium Limited Edition è pensata per quei locali e ristoranti che vogliono compiere una scelta nuova, elegante e di classe.

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